Visita alla cascata del Cercone e risalita alla vecchia cava di tufo di San Valentino

Anche oggi mi sono lasciato trasportare dai ricordi... lungo il Cercone non andavamo a pesca ma a cercare le esche che poi ci sarebbero servite a pescare il Barbo nel fiume Lente più grande e ricco di pesci. Ricordo che in estate il corso di questo torrente era pieno di rane, ce ne erano di nere, verdi, marroni e di tutte le grandezze, stavano a famiglie una sopra l'altra e facevano un sacco di rumore a volte anche un pò inquietante... dovevi stare attento a con calpestarle tante ce ne erano.

Oggi la risalita del greto non è stata comoda, anzi, nel primo tratto per arrivare alla cascata, un posto veramente particolare, ho dovuto in continuazione saltare da una sponda all'altra del torrente e in diversi tratti si è reso necessario ricorrere alla mia fedele ronca per aprire un varco nella vegetazione... d'estate sarà praticamente impossibile ripercorrere questo tragitto.

E' veramente curioso come l'ambiente cambia nel tempo.  La Cascata è l'unica lungo il corso del Cercone e coincide con il tratto del torrente, dove invece del tufo si trova la pietra. Da ragazzo per paura dell'ignoto, non mi ero mai avventurato oltre questo confine;  invece noto che sopra la cascatai la valle si allarga e la vegetazione cambia, il bosco diventa più rado e camminare è decisamente più semplice.

Proseguendo oltre comincio a sentirmi "lontano da casa" e andare avanti non mi da più le sensazioni positive che fino ad ora avevo avuto... ma ecco che trovo le tracce di una strada che sembra risalire verso la "civiltà", pensando che si tratti della provvidenza la intrapendo percorrendola fino in cima, la strada termina in un'altra più grande e solo a questo punto mi rendo conto di essere arrivato esattamente dove volevo, alla vecchia cava di San Valentino.

Rientrare a casa a questo punto è diventato facile, mi è bastato salire fino in cima e prendere la strada che porta alla Via Cava di San Carlo. Prima di rientrare però ho deciso di fare una bella visita al Castellaccio... ma questa è un altra storia!